lunedì 31 maggio 2004

Ma guardati, non sai resistere 60 minuti senza fumare... e poi ti dichiari persona libera!? Tu, fumatore, non lo sei affatto... e oltre ad impestare l'aria: puzzi!

"Sessanta anni fa gli Anglo-Americani ci liberarono e non rimasero, al contrario di altri eserciti".
Enrico Mentana al TG5 di ieri sera.

venerdì 28 maggio 2004

Stamane, TG5 delle ore 8,00, Luca Casarini:
"vedrà l'americano quando arriverà a Roma, non me ne frega niente di qualche vetrina rotta in confronto al massacro iracheno".
Ecco il pacifondaio Casarini in azione.


Italia-Usa: Cossiga a Pranzo Da Mc Donald's, Solidarieta' a Usa
Di (Gmg/Pe/Adnkronos)
NON CONDIVIDO POLITICA BUSH, MA ANTIAMERICANISMO PRODI NON MI VA GIU' Roma, 27 mag - ''Pranzo da Mc Donald's per curiosita' e per solidarieta' agli Stati Uniti.
Non perche' condivido la politica di Bush, come e' noto, ma perche' l'intonazione antiamericana del 'vile' Prodi non mi va' giu' assolutamente''. Francesco Cossiga ha inaugurato da piazza Venezia il tour che, come ha spiegato lo stesso presidente emerito della Repubblica, lo portera' ogni giorno in un Mc Donald's di Roma fino all'arrivo del presidente americano nella capitale.

mercoledì 26 maggio 2004

Ho testè letto sull'Ansa quanto segue:
VIAGGIO ANNULLATO? IL TOUR OPERATOR PAGHI DANNO EMOZIONALE
E' il principio sancito dal giudice di pace di Catania: accolta la richiesta di un turista di ottenere il versamento di una penale oltre alla restituzione del costo di un 'pacchetto' calcellato all'ultimo dagli organizzatori .


Quanto sopra mi va arrabbiare non poco, noi abbiamo perso una persona uccisa in incidente stradale quasi otto anni fa e non riusciamo a farci riconoscere una qualsiasi indennità o danno biologico, almeno avere ragione sull'assicurazione che il nostro caro è stato investito e non aveva nessuna colpa. A questo mancato turista riconoscono il danno emozionale. Non c'è senso della misura.
Potrei andare da questo giudice e chiedere il danno emozionale perchè devo sopportare un collega deficiente.


martedì 25 maggio 2004


Un cervello limitato contiene una quantità illimitata di idiozie.
Stanislaw Lec

lunedì 24 maggio 2004


La crisi dell’immondizia in Campania
Perché il federalismo non comincia dai rifiuti?
No, per cortesia, i rifiuti al Nord no. Puntuale e noiosa come l’acidità di stomaco, riesplode in Campania l’emergenza rifiuti. Solito rituale, immagini sempre tristemente uguali: cassonetti che bruciano, mamme che si lamentano, scuole chiuse, lagne dei sindaci, "lo Stato deve intervenire" e "qui non se ne può più". Ad aprile sembrava una vera rivolta, qualcuno chiese addirittura l’intervento dell’esercito. Ora si ricomincia. E sarebbe persino una noia parlarne, se non fosse per il modo in cui di solito si chiudono queste cicliche crisi: un treno, vagoni pieni, e rifiuti verso il Nord.
Ecco, no. Bisogna dire no. Bisogna dire che non va bene, che così non funziona, che il meccanismo dello scarica-monnezza deve finire: ognuno si tenga il pattume suo e amici come prima. Dicono: "Eh, così viene meno la solidarietà". Ma di quale solidarietà stiamo parlando, scusate? La solidarietà dell’olezzo? L’equa distribuzione del ciarpame? Siamo seri: la Campania ha avuto tutta la solidarietà (e i soldi) di questo mondo. Potevano organizzarsi per smaltire tutti i loro rifiuti, come è avvenuto altrove. Perché non l’hanno fatto? Altro che egoismo del Nord: il vero egoismo è quello di quei Comuni che hanno rifiutato di costruire le centrali di termovalorizzazione, che avrebbero da tempo risolto il problema. Perché il problema, in fondo, è tutto qui: i rifiuti generano rifiuti, se ci è consentito il gioco di parole. Il no dei sindaci, preoccupati di "contaminare" il loro prezioso territorio con impianti di smaltimento, genera periodici ingolfamenti che non si risolvono se non con l’emigrazione della spazzatura.
O bella forza: non vogliono costruire impianti supersicuri e superecologici sul loro territorio, epperò vogliono inondare di rifiuti altri territori? Ma non vi sembra una pretesa assurda? Nell’attesa del federalismo istituzionale, non sarebbe giusto cominciare almeno dal federalismo del pattume? Non sarebbe un bel modo per dimostrare che qualcosa davvero sta cambiando o può cambiare?
Di cambiamento, a proposito di Napoli e della Campania, ne abbiamo sentito parlare fin troppo spesso. Ma Bassolino, il protagonista del cosiddetto Rinascimento partenopeo, non è stato per anni il commissario straordinario per i rifiuti? E che cosa ha fatto come commissario straordinario? Che ne ha fatto dei soldi? Un sindaco diceva poche settimane fa: nelle casse del commissariato sono rimasti pochi spiccioli. E il resto che fine ha fatto? Come sono stati spesi? Perché non sono stati usati per costruire le centrali?
Non vogliamo attaccarci al solito sospetto che le centrali non vengono costruite perché a qualcuno non conviene. Non vogliamo ripetere che forse i cassonetti incendiati, le rivolte e le discariche abusive sono il grande business della camorra. Sarà pure così, ma in questo caso non importa. Quello che ci preme, dopo aver discusso tutto l’inverno di federalismo astratto, è di avere una prova di federalismo concreto. Concreto e responsabile. In Campania provvedano a smaltire i loro rifiuti come fanno tutte le regioni d’Italia: costruiscano le centrali o le discariche o quel che vogliono loro, non importa. Ma se la cavino. Perché non c’è ragione per cui dobbiamo prenderci cura dei loro avanzi. Come si dice: pecunia non olet , ma l’immondizia sì.
Mario Giordano - L’Arena del 23/05/2004

sabato 22 maggio 2004

Cielo scuro. Nuvole minacciose. Pioggia. Vento.
Temporale porta via un pò di sporcizia.

venerdì 21 maggio 2004

Nessun telegiornale ha menzionato il fatto che un ostaggio civile russo sia stato decapitato con un'accetta dai ribelli Ceceni e che il suddetto video gira su Internet. Non capisco perchè tutto quello che riguarda Russia/Cecenia rimanga nell'omertà più assoluta. Questa notizia l'ho scovata girando su televideo.

giovedì 20 maggio 2004


...e impari che il profumo del caffè al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

Impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.


Impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei cinque minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, armeggiare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
( Anonimo )

mercoledì 19 maggio 2004

Tanto, tanto tempo fa mi è stato detto che ho: il cervello al posto del cuore e il cuore al posto del cervello. La persona che me lo disse lo riteneva un complimento. Chissà perchè, di quel periodo, è una delle poche cose che mi perseguita ancora oggi.

martedì 18 maggio 2004

"Che razza di Paese è diventato quello in cui la politica concede ai militari quattro colpi (quattro!) per difendersi da gente che ti spara da un ospedale? E poi dirgli: siete professionisti, siate orgogliosi. Certo che sono professionisti, ma quando il nemico peggiore è nelle retrovie, è una politica senza onore?

Mi dispiace, ma sembra davvero che per qualcuno le "regole d'ingaggio" servano solo a decidere quanto si pagano i calciatori. E se il doge avesse ragionato così a Lepanto? Che tristezza, che imbarazzo.

"Come scoglio infrango, come onda travolgo" (motto dei Lagunari)".

 


Non potevo non postare stralcio di una e-mail ricevuta da un caro amico.

venerdì 14 maggio 2004

Mi permetto di postare sul mio blog quanto trovato da www.iloveamerica.splinder.it spero che l'autore del blog non ne abbia a male.

 


Traduco di seguito l'articolo di Dennis Prager che compare sul Jewish World Review, a proposito della strumentalizzazione della stampa.





 

Shame on the news media, too


di Dennis Prager

 





Durante gli stessi 10 giorni durante i quali ogni giornale e notiziario televisivo del mondo ha riportato foto per foto, giorno dopo giorno, l'umiliazione dei prigionieri iracheni, un governo non molto lontano dall'Irak si è impegnato nell'opera di genocidio, violenza sessuale e pulizia etnica verso circa un milione di persone.




Non è quello più serio, più malvagio e più scandaloso di un pugno di americani che umiliano sessualmente dei prigionieri iracheni?





Non per i media del mondo.



Per i notiziari di tutto il mondo, compreso gli Stati Uniti, la pulizia etnica di stampo nazista e razzista ha avuto un miserrimo spazio, a confronto con l'umiliazione di qualche irakeno.





Perché?




La risposta è tanto ovvia quanto dolorosa.




I media di tutto il mondo funzionano, quasi senza eccezioni, secondo una preciso piano, programma. Non sono guidati dalle notizie, ma dall'uso di quelle notizie secondo i propri piani. I quali sono:





1. Filtrare le notizie con un obiettivo politico;

2. Massimizzare l'audience o i lettori;

3. Essere al centro dell'attenzione della società;

4. Non differenziarsi troppo dagli altri media. In qualità di lettore di una dozzina di giornali americani, ogni giorno, sono quotidianamente sorpreso come siano virtualmente identici gli articoli delle notizie internazionali. I reporter internazionali sono come giocatori di basket - tutti fanno la stessa cosa, solo in teams differenti.





Nel nostro caso di attenzione esclusiva dei media per il denudamento e l'umiliazione degli irakeni prigionieri, tutti e quattro i punti giocano un ruolo, ma il primo è quello predominante.




In che modo dunque si spiega la misera copertura da parte dei media del quasi-genocidio in Sudan (e Nord Corea, e del Tibet ...) in confronto al massiccio reportage, tutti i giorni per 24 ore al giorno, sulla vicenda dei prigionieri ?





La prima ragione è la distorsione a fini politici delle notizie. Praticamente ogni principale giornale del mondo è anti-Bush e la maggior parte è anti-americana. Il desiderio di umiliare l'America (o George Bush) ha profonde radici. L'America di coloro che appoggiano Bush si dipinge come un esempio morale che ha offeso l'autorità morale delle Nazioni Unite e della world opinion. Dunque coloro che avversano questo ruolo etico datosi dagli Stati Uniti non possono perdere l'occasione di dipingere l'America come niente di meglio o di peggio delle altre nazioni.


La praticamente monolitica ideologia che guida le agenzie giornalistiche del mondo dovrebbe essere una preoccupazione principale per coloro che ritengono importante l'indipendenza di pensiero, per non parlare della trasparenza morale e del benesse Americano. Per esempio, sebbene privi di controllo governativo, i reportage della BBC sono stati quasi predicibilmente di sinistra quanto i giornali sovietici di un tempo.


Le notizie dei media stanno stordendo la mente umana. Le notizie anti-americane e anti-israeliane che saturano i media Europei sono la ragione fondamentale dei risultati del recente sondaggio che mostra come gli europei guardino a Israele e agli Stati Uniti come la maggiore minaccia alla pace mondiale.





C'è una seconda e correlata ragione per questo stordente riportare in continuazione le vicende dei prigionieri irakeni. La sinistra, ovunque, compresi quella che ha seggi alle Nazioni Unite e ricopre i più alti ranghi nelle agenzie giornalistiche, è interessata alla sofferenza umana solo quando è causata da bianchi, cristiani o ebrei, soprattutto se sono americani e israeliani. Questo spiega l'indifferenza del mondo e dei media alla decimazione del Tibet - che fu perpetrata dai Cinesi; al genocidio in Ruanda - perpetrato da neri Africani; al genocidio dei neri in Sudan - perpetrata da arabi musulmani; al genocidio in Corea del Nord - perpetrata dagli stessi coreani. D'altra parte, quando gli israeliani attaccarono i terroristi a Jenin, causando anche la morte di civili, subito la BBC accorse a dichiarare il massacro.


Così pure le morti degli arabi per mano degli arabi - decine di migliaia in Algeria, centinaia di migliaia in Irak, le decine di migliaia in Siria, le migliaia di giovani donne arabe e musulmane eliminate per onore, tutti questi, sono di piccolo interesse per le agenzie di notizie del mondo, come per quelle del mondo arabo, così come sono di piccolo interesse per le Nazioni Unite e per la sinistra. Ah, ma i prigionieri nudi nelle prigioni americane dell'Irak ? Quella è la storia più importante del mondo.





E' essenziale notare che è proprio perché io credo che il ruolo dell'America debba essere quello di esempio morale nel mondo che queste fotografie dalla prigione di Abu Ghraib mi fanno infuriare. Gli americani non stano morendo in Irak affinché altri americani impilino uno sull'altro uomini nudi e sorridano vicino a loro in fotografia. Il danno che queste immagini hanno fatto alla buona causa può essere incalcolabile.





Eppure non è il ribrezzo morale, ancor meno il fatto che siano interessanti tanto da farne continuo reportage, che sta animando il giornalismo internazionale. Un giorno, un nero sudanese scorrerà gli archivi della stampa mondiale per trovare che cosa preoccupasse il mondo mentre la propria famiglia e centinaia di migliaia di altri sudanesi neri venivano rapiti, schiavizzati, soggetti alla pulizia etnica nelle loro terre, e uccisi. Imparerà che il mondo era profondamente preoccupato con una dozzina di uomini iracheni fotografati in umilianti posizioni sessuali.
Difficile postare in questi giorni. Non ho nemmeno reazioni, non ho parole "parlate", figuriamoci parole "digitate". Passeranno anche questi giorni. E' come avere attorno un grande buco nero... e dentro niente di positivo da far uscire.

mercoledì 12 maggio 2004

Bellissimo concerto, bella atmosfera ore 21.10 eccolo, sale sul palco... tutti ad applaudire e salutare Peter Gabriel... i minuti trascorrono nel migliore dei modi... tutto bene... per fortuna vado sempre ai concerti in compagnia... non riuscirei mai a ritrovare la macchina da sola rientro 02.30. Sveglia 7.35, tanto sonno, mattina, tv e radio: rientro alla reatà. Una brutta realtà.


Mi riservo di non rispondere. Grazie. Prego. Scusi. Tornerò!

lunedì 10 maggio 2004

Quei simpaticoni di norvegesi e giapponesi hanno ripreso oggi la caccia alle balene.  
Solo Greenpeace si sta opponendo e sta cercando di fare qualcosa, io qualche ideuccia l'avrei ma non è pacifica. Bastardi!

domenica 9 maggio 2004

Tanti auguri a me. Happy Birthday!


Tanti auguri. La strada è ancora lunga da percorrere, irta di buche, di curve, di incroci… l’importante è non perdere la stella che ci guida dall’alto… anche quando il cielo è nuvoloso e le tenebre ci avvolgono.
Grazie al mio amore questa giornata è particolarmente fiorita, colorata e profumata. Soprattutto quando non sbuffa se dico che c’è un problema. Sgrunt!!!

martedì 4 maggio 2004

Ieri pomeriggio un a...

Ieri pomeriggio un altro pezzettino di memoria della mia famiglia se ne è andato per sempre. In silenzio, senza tanto rumore, senza arrecare disturbo come sempre aveva fatto nella sua vita. L'ultimo anello di collegamento al secolo scorso, all'inizio del secolo scorso. Ha visto due guerre, la separazione, le privazioni, la fame, i lutti, la ricostruzione. Una generazione forte e con i piedi per terra. Mia mamma non potrà andare al funerale, è vecchietta e con acciacchi non se la sente, ci andrò io per lei. Glielo devo.

sabato 1 maggio 2004

Ogni tanto nei blog ...

Ogni tanto nei blog che frequento appare come per magia della musica. Bene o male riflette la personalità del padrone di casa o il momento che sta attraversando. Ebbene se nel mio blog ci fosse la musica sarebbe sicuramente Moon River di Henry Mancini. L'avete presente? E' nella colonna sonora di "A colazione da Tiffany" con Audrey Hepburn.

























 


 



 



Una brava attrice ed una grande donna, insomma una bella persona, ambasciatrice dell'Unicef fino alla sua morte avvenuta, purtroppo, nel 1993.

"Ho conosciuto il UNICEF molto tempo fa, dalla seconda guerra mondiale quando sono sopravvissuta grazie al sussidio di migliaia di bambini come me, vittime di cinque anni dell'occupazione tedesca in Olanda. Siamo stati ridotti a povertà totale. La povertà che è alla radice di tutto il non avere, non avendo i mezzi per aiutarsi. E quello è che cosa il UNICEF è interamente circa - gente d'assistenza da aiutare essi stessi - dare loro il sussidio per svilupparsi, quindi permettendo loro di diventare fiduciosi in sè stessi e con dignità." Audrey Hepburn