giovedì 24 aprile 2008


Boicottiamo i prodotti Made in Cina


Sono d’accordo con Stella Pende che invita a boicottare i prodotti cinesi. Io lo facco da prima della vicenda Tibet, da quando ho visto sul web un video in cui staccavano la pelliccia ad un cane vivo con orrende risate. Non ve ne consiglio la visione, ma da allora evito negozi e ristoranti cinesi. Alessia – via e-mail


lettere al direttore su Donna Moderna.


 


SCOSSO DA VIDEO SU ANIMALI, MAI PIU' IN CINA
Paul McCartney ha annunciato che non fara' piu' concerti in Cina dopo aver visto un documentario-choc sui maltrattamenti inflitti a cani e gatti. Il video, di cui e' entrata in possesso una delle associazioni internazionali piu' attive nella difesa dei diritti degli animali, la Peta ('People for the Ethical Treatment of Animals'), e' stato girato in un mercato di pelli di Ghangzhou, nel sud del Paese, e mostra gatti e cani stipati a decine in gabbie rettangolari di metallo della grandezza, al massimo, di 50 centimetri per un metro. Nel filmato, che si puo' scaricare dal sito inglese della Peta (www.peta.org.uk), si vedono le gabbie con gli animali che vengono scaraventate giu' dai camion da diversi metri di altezza, gli animali che vengono scuoiati e le pelli, a centinaia , mentre vengono sistemate in ordine per terra. "Tutto questo e' incivile. Orribile. Sembra qualcosa venuto dal Medio evo. Sono immagini disgustose, individui disgustosi", ha commentato l'ex beatle in un'intervista alla Bbc. "Non me lo sognerei neanche di andare laggiu' a suonare, nello stesso modo in cui non andrei in un Paese che ha sostenuto l'apartheid", come il Sud Africa. L'artista si e' poi chiesto come e' possibile che un Paese che ospitera' i Giochi olimpici, come fara' la Cina nel 2008, permetta che gli animali siano trattati in questo modo. Le immagini del video sono accompagnate da didascalie in cui si invita al boicottaggio dei prodotti cinesi venduti in tutto il mondo: si cita in particolar modo la catena di abbigliamento e accessori J.Crew che vende negli Usa prodotti made in Cina. La moglie di McCartney, Heather, e la figlia Stella sono da anni impegnati in attivita' promosse dalla Peta.


venerdì 18 aprile 2008




Bruce Springsteen ha dato il suo appoggio a Barak Obama per la corsa verso la casa Bianca.
Se fossi un candidato io ne sarei altrettanto entusiasta.
Nessuno meglio di Bruce conosce la sua Nazione, la sua gente.
Nessuno ha girato in lungo e in largo le thunder road e le dusty highway ed ha “annusato” i sentimenti dei suoi “damn yankees”.
Nessuno ha mai preso coscienza della grandezza ma anche dei limiti degli States negli ultimi 35 anni come ha fatto lui.
Neanche il “poeta” Dylan. Nessuno.
Lui vive il suo essere “americano” in tutto e per tutto. E se qualche volta ha comperato una moto o un’auto japan, beh non è un peccato. I nemici bisogna sempre conoscerli a fondo per poi combatterli meglio.
Ma è questo quello che mi intriga e mi emoziona allo stesso tempo. Lui “conosce” l’America!
E allora la domanda viene facile: gli “altri” la conosco abbastanza per sedersi sulla poltrona che guarda il giardino delle rose?
Gli “altri” sanno che alla sera quando chiudono la porta della loro casa sulla collina, fuori c’è sempre qualcuno che soffre? E che non finisce mai di credere in quel fu***n american dream, anche se le sue possibilità se le è giocate tutte e non ha niente di niente? Neanche le lacrime per piangere? Gli “altri” aspetteranno gli amici dopo che sono caduti?
Ecco quale è il mio dubbio più profondo.
Sappiamo bene, noi che amiamo i canyon e le everglades, noi che appena abbiamo la possibilità “affiniamo” giorno dopo giorno il nostro slang anche se l’accento è duro a cadere, cosa significa “America”.
Alla fine ne resterà uno. È vero.
Altrettanto vero che questi ultimi otto anni non sono stati una passeggiata per il petroliere del Texas (che Dio abbia in gloria questo Stato!), “manovrato” a dovere da una signora con le contropalle (e non è sua moglie).
In Italia siamo abituati a guardare indietro, al nostro passato. Ma abbiamo sempre perso l’occasione per migliorare il futuro dai nostri errori. Loro no.
Chi si siederà in Pennsylvania Avenue nel prossimo gennaio dovrà fare i conti con il Resto del mondo. E non è uno scherzo.
Resta il fatto che con la sua musica e la sua poesia (assolutamente realista, piena di fascino e visionaria allo stesso tempo, mi passate i termini?) lui conosce anche il resto del Mondo.
Lavarsi le mani nel Potomac a volte può anche essere salutare. Farlo diventare rosso non ha più senso.
Questo è quello che chiede l’uomo di Asbury Park.
Con un lancio del genere se non vai in touchdown a vincere il Superbowl a Washington, allora è meglio tornare nel North Carolina a predicare. Sta a lui adesso sfruttare un lancio del genere, come fa il miglior running back “any given sunday”. La gente lo giudicherà anche, e soprattutto, per questo.
I “glory days” sono sempre dietro l’angolo.


Il bellissimo post è di Rael, gradito ospite nel mio blog nonchè consorte :)

giovedì 17 aprile 2008


... ci ho riflettuto

continuo a riflettere su tante cose

se si vuole andare oltre ci si va

se non si vuole si resta sulle proprie posizioni e buonanotte

mica si può pretendere di piacere, di esser apprezzati da tutti

ma il senso della giustizia mi divora

sono assetata di questo da quando sono nata, in tutti i campi

(amicizia, lavoro, parentame vario, quotidianità ecc.).

Non penso proprio che cambierò o che riuscirò a farmi scivolare addosso

gli eventi o le persone che si rivelano opportuniste o qualunquiste... o qualsiasi altra cosa

le delusioni ci sono, ci saranno ne riceverò e, purtroppo, nè darò ad altri...

io ce la metto tutta per non deludere o non comportarmi male

ma se non si vuole andare oltre... non posso portare anche il peso di fare sempre e solo autocritica

addossarmi colpe che non ho....

che non mi sento addosso o che ci sia il silenzio e non ci sia un contendere, un ragionare

un volere andare oltre.

La gente non vuole andare oltre.

Quando ti accorgi che, chi credevi amico e non la gente in generale, non lo vuole fare fa tanto male.


mercoledì 16 aprile 2008

Oggi sul bellissimo blog più felinoso d'Italia:


http://www.gattiandgatti.splinder.com/


è stata pubblicata la foto della mia miciona Holly. Grazie Antonella :)

martedì 15 aprile 2008

GIAPPONE: UCCISE 551 BALENE, RAGGIUNTO SOLO IL 60% DEGLI OBIETTIVI DEL 2007


Braccate dalle navi degli ambientalisti di Sea Shepherd, le baleniere giapponesi sono riuscite a pescare soltanto 551 balene nell'anno fiscale 2007, chiuso a fine marzo, ovvero il 60% della quota prevista in partenza di quasi 900 cetacei da catturare e studiare - secondo la motivazione usata -a fini scientifici.

Lo riferisce oggi a Tokyo l'Agenzia ittica giapponese, che ha presentato il bilancio dell'ultima stagione di pesca alle balene nell'oceano Antartico.

Stando al rapporto, tutti i 551 cetacei arpionati dalle baleniere nipponiche appartengono alla specie Minke, di cui era stata prevista una cattura di 850 esemplari. Anche a causa delle interferenze esterne, inoltre, non è stato possibile catturare alcun di balena Fin, contro una quota fissata in partenza di 50 unità. Gli attivisti di Sea Shepherd avevano tallonato da vicino le baleniere di Tokyo durante la stagione di caccia, iniziata lo scorso novembre. A gennaio il confronto aveva toccato l'apice con l'irruzione di due ambientalisti sulla nave 'Yushin Maru 2', episodio che aveva costretto l'equipaggio di quest'ultima a sospendere le attività di pesca per un mese oltre a inasprire ulteriormente la polemica tra i governi di Tokyo e Sydney. La pesca commerciale delle balene, messa al bando dalla Commissione internazionale sulle balene nel 1986, è stata fatta dal Giappone con l'espediente della cosiddetta "caccia a fini scientifici", che permette al Sol Levante di pescare un migliaio di cetacei all'anno.

Secondo un sondaggio realizzato a febbraio dal quotidiano 'Asahi', circa il 65% dei giapponesi continua a sostenere la caccia delle balene a scopo di ricerca, e il 56% si dice pronto a mangiarne la carne.
 


fonte www.ansa.it

sabato 12 aprile 2008


  • Signor Grissom lei crede nella possessione del diavolo?


  • Sei un uomo primitivo nella savana, vedi qualcosa muoversi con la coda dell'occhio. Pensi che sia una iena, scappi, sei salvo! Se pensi che sia solo il vento e ti sbagli, muori. Noi abbiamo i geni dell'uomo che fugge. Siamo geneticamente programmati a credere in qualcosa che non possiamo vedere.


          C.S.I.

giovedì 10 aprile 2008

Cominciate voi


Ritagli d’archivio. Nell’autunno 1992 si comincia a parlare di questo onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, uno che portava delle Sneakers bianche e degli occhialini tipo Cavour. Parlava bene della Lega: «Bossi e Orlando rappresentano il nuovo in opposizione alla partitocrazia ». Altro ritaglio del 1994: di fronte a un De Lorenzo malandato e galeotto, lui disse: «Rifiuta di bere? Fategli le flebo». Nel luglio precedente, sul lungomare romano, aveva organizzato il festone «Confisc party » con pupazzi degli inquisiti e «profiterol di regime». Una torta con manette invece l’aveva portata in Parlamento per festeggiare il compleanno di Mani pulite, e in serata altra festa (al Gilda) con lui in groppa a un cammello a gridare «ad Hammamet».
Dello stesso periodo sono il suo Comitato Mani pulite, il dossier «Dal Parlamento alla prigione», lo spulciamento dei 740 di ogni inquisito e fiumi di dichiarazioni e indignazioni televisive. Promosse un’inchiesta dopo una visita in carcere fatta dal collega socialista Di Donato: riuscì a farne chiedere l’arresto. Infine, nel 1994, quando il Pool di Milano a Cernobbio propose una normativa anti-corruzione, Pecoraro Scanio depositò un testo che ricalcava tutti e quattordici gli articoli di legge proposti dai magistrati. Ora, e proprio sotto elezioni, l’inquisito è lui. E, anche con lui, occorre essere garantisti. Dettaglio: io non ce la faccio.
Il grande Filippo Facci su Il Giornale di oggi 10/04/2008


 

martedì 8 aprile 2008

venerdì 4 aprile 2008

Maxi sequestro di coralli vivi
Malpensa, 454 esemplari dall'Indonesia



I funzionari doganali dell'aeroporto milanese di Malpensa hanno sequestrato 454 esemplari di coralli vivi, del perso di 1467 kg e di diverse specie, la cui importazione è vietata. I coralli, provenienti dall'Indonesia, erano stati dichiarati come "invertebrati acquatici e pesci vivi ornamentali d'acqua di mare". Tutta la spedizione posta sotto sequestro verrà portata nell'Acquario di Genova, idoneo per preservare la sopravvivenza dei coralli.
news tratta da tgcom.it


Ma la smettete di devastare il pianeta??

mercoledì 2 aprile 2008

 


No, non è giusto far scontare a degli atleti ciò che non sanno affrontare l’Onu o comunque l’Occidente: ma fa niente, spero vanamente che il boicottaggio alle Olimpiadi alla fine ci sia lo stesso. E non solo alla cerimonia d’apertura: a tutti i giochi, una diserzione totale. Non è giusto, ma l’alternativa è il nulla: perché nulla di serio l’Occidente ha mai obiettato alla Cina (da lustri) e nulla di serio la Cina ha mai fatto per mitigare quell’inferno della Storia che è la sua mistura di comunismo e capitalismo. La verità è che la Cina se ne fotte: ha firmato la dichiarazione universale dei diritti umani, il Patto per i diritti civili e politici, la Convenzione contro la tortura del 1988, la Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1992 (intanto celebrava esecuzioni di massa cui assistevano talvolta anche le scolaresche) e se ne fotte della proprietà industriale, dell’inquinamento, dei diritti sindacali, dei diritti umani anche basici, della libertà religiosa, della democrazia, del Parlamento Europeo, di tutto. Un boicottaggio potrebbe essere l’occasione per unire destra e sinistra in tutto il mondo, l’ultima illusione che la politica possa primeggiare sul mercatismo. Un boicottaggio alle Olimpiadi, prima che sbagliato, è l’eventualità meno improbabile tra quelle che, resta inteso, con ogni probabilità non verranno colte.

Il grande Filippo Facci su Il Giornale di oggi mercoledì 2 aprile 2008