lunedì 26 aprile 2010


La riconoscenza è una malattia del cane non trasmissibile all'uomo.   Antoine Bernheim

giovedì 22 aprile 2010



il tuo 5 x mille??? a chi vuoi ma NON alla vivisezione



 



Scegli con attenzione a chi donare il 5 per mille delle tue tasse, se non vuoi finanziare la pratica della vivisezione, dannosa per l'uomo e per gli animali usati!



Attenzione a:
1. non scegliere le associazioni per la "ricerca" che finanziano anche la vivisezione;
2. non scegliere solo il settore (sanità, ricerca scientifica, volontariato) senza mettere preferenze, perché gran parte del totale andrà a chi finanzia la vivisezione!



Facciamo i conti in tasca alla vivisezione



E' documentato - e loro stesse lo ammettono - che le seguenti associazioni "per la ricerca", le più note, usano parte dei fondi raccolti per finanziare esperimenti su animali, cioè vivisezione: AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla, ANLAIDS - Associazione Nazionale per la lotta contro l'AIDS, Telethon, Trenta Ore per la Vita.



Ma attenzione: anche le altre associazioni per la ricerca quasi certamente finanziano la vivisezione, quindi, prima di donare, chiedete che rilascino una dichiarazione sull'argomento!



Oltre alla raccolta fondi attraverso vari eventi nazionali molto pubblicizzati, queste e altre associazioni o istituti, incamerano soldi anche attraverso il 5 per mille delle tasse. Dai dati del 2007 (solo parziali, quindi il totale raccolto sarà ancora maggiore), supponendo una media di 10 euro (ma spesso è di più) per ogni "preferenza" ricevuta, ecco alcuni esempi di quanto hanno ricavato alcune associazioni o istituti che finanziano studi su animali, cioè vivisezione:
(Fonte: elenchi delle scelte del 5 per mille messi a disposizione sul sito dell'Agenzia delle Entrate - consultati nel gennaio 2008)


venerdì 16 aprile 2010


Non c'è niente da dire... ti voglio bene. Ci mancherai. Ciao Raimondo.

martedì 13 aprile 2010



La sterile polemica sull'Abruzzo un anno dopo



Veniamo alla discussione. In un commento a un precedente post, Carlo paragona la ricostruzione in Abruzzo (a suo dire vergognosa perché targata Berlusconi) con quella in Umbria e Marche (ovviamente fantastica perché operata dalla sinistra). Vorrei conoscere da quali fonti trae tanta sicurezza sulle meraviglie umbre, per la quale chiede la fiducia del blog. Sono davvero curioso.
Come ho già scritto in altri post oltre che sul Giornale (evidentemente Carlo non legge nessuno dei due), sono stato in Umbria un anno fa. A 12 anni dal sisma (il terremoto risale al 1997) c’erano cantieri aperti in ogni paese. Il centro storico di Nocera Umbra era transennato, proprio non si passava, e Nocera è un po’ più piccola dell’Aquila. Migliaia di persone vivono stabilmente nei prefabbricati di legno attrezzati con riscaldamento e aria condizionata. In certe località più impervie la ricostruzione non era neppure cominciata. Ad Assisi si restaurò la basilica di San Francesco per ossequio alla fede e al turismo, ma la città è ancora disseminata di gru. A Foligno fu ripristinato in quattro anni il famoso Torrino, simbolo della città, ma il centro storico fu lasciato in abbandono ed è diventato un ghetto di poveracci.
Il paradosso più incredibile è però il seguente. Il governo (premier Prodi, ministro dell’Interno Napolitano) affidò la ricostruzione alla regione (giunta di sinistra, governatore signora Lorenzetti). La quale disse: noi ente pubblico ricostruiamo le opere pubbliche, i privati pensino alle loro case (che infatti furono pagate con mutui a tassi di mercato). Gli enti locali ripristinarono i servizi (acqua, gas, luce, telefono, eccetera). Piccolo particolare: anche lo studente più somaro dell’istituto per geometri sa che prima si fanno le case e poi gli allacciamenti. Invece in Umbria hanno fatto l’opposto: prima le tubature e poi le case. Morale: a 12 anni dal sisma, fogne e sottoservizi sono tutti da rifare perché non c’è coincidenza tra i livelli del sottosuolo. Le strade dei paesi sembrano perennemente pavesate a festa: ma non si tratta di festoni natalizi, sono i fasci di fili che corrono nell’aria da una casa all’altra. I contenziosi legali tra privati, enti pubblici, imprese e consorzi sono un’infinità: al danno del sisma si aggiunge la beffa di doversi pagare gli avvocati.
Questo è quello che i miei OCCHI hanno visto. Sono dunque davvero interessato a sapere come Carlo, senza muoversi dalle tavole imbandite della Barbagia, abbia appreso le notizie che con tanta sicumera ci ammannisce come veritiere.
Quanto all’Aquila, vorrei conoscere in quali altri casi un numero così elevato di senzatetto ha avuto una casa nuova e definitiva entro i 12 mesi dal sisma. Vorrei dei dati, non dei proclami apodittici. Il “popolo delle carriole”, cui va il mio rispetto e la mia solidarietà per i lutti le sofferenze e i danni patiti, è improvvisamente apparso due mesi prima del voto. Sono certo che, se il governo avesse provveduto a sgombrare le macerie magari lasciando qualche famiglia nelle tende, il “popolo delle carriole” sarebbe diventato il “popolo delle baracche”. E Carlo, assieme a quelli come lui, si sarebbe lamentato che quella canaglia di Berlusconi aveva pensato alle pietre e non alle persone in carne e ossa.
Quando si ragiona soltanto con i pregiudizi e con le fette di castrato sugli occhi, l’appiglio per criticare la controparte si trova sempre. Credo che se proponessi un post sul pastrami, Carlo o chi per lui riuscirebbe comunque a sparlare di Berlusconi.



ottimo post preso dal blog di Stefano Filippi, giornalista de Il Giornale 


venerdì 9 aprile 2010


Allucinante:

Yemen, spossa bambina muore a 12 anni



Vittima di "brutale aggressione" 




Una bambina di dodici anni è morta nella provincia settentrionale di Hajjah, in Yemen, per un'emorragia interna, tre giorni dopo aver sposato un uomo di quasi trent'anni. La bambina sarebbe morta dissanguata dopo una "brutale aggressione sessuale". Secondo quanto denuncia un'organizzazione yemenita per i diritti umani, la giovanissima sposa sarebbe deceduta "per lesioni gravissime all'apparato genitale, che hanno portato ad emorragie fatali".



Il giornale arabo 'al-Quds al-Arabi', che ha raccolto la testimonianza dei medici, conferma che la piccola non era ancora pronta per il matrimonio e la violenza sessuale subita dal marito l'ha portata alla morte. La giovane Alham Mahdi Shoai ha subito quello che nei villaggi dello Yemen viene chiamato 'matrimonio di scambio': è stata data in sposa a un uomo che a sua volta ha dato in sposa la sorella a un uomo della famiglia della ragazza.

La tragedia lascia senza parole, proprio mentre a Sana'a, la capitale dello Yemen, si discute una legge che vieti il matrimonio alle ragazze di meno di 17 anni. La pratica dei matrimoni forzati nello Yemen è ben radicata e la legge che intende regolamentarli è stata in realtà già approvata a febbraio dello scorso anno, per poi essere però bloccata e inviata alla Commissione parlamentare di esame da un gruppo di deputati che l'ha bollata come anti-islamica. Per protestare contro una possibile legge, migliaia di donne sono scese in piazza nei giorni scorsi sostenendo che "non è lecito vietare ciò che Dio permette". Secondo uno studio del ministero per gli affari sociali, un quarto delle yemenite si sposa prima dei 15 anni.
Notizia trovata su www.tgcom.it