mercoledì 28 gennaio 2009

Working on “Magic”


Leggero. Di maniera. Furbo. Accattivante. Per niente lui. Dal vivo sarà diverso. “Magic” era un doppio in origine, ma poi ha lasciato spazio ad un fratellino minore. Volete mettere “The rising”, forse l’ultimo disco vero di Bruce. Finalmente un candidato appoggiato da lui è arrivato alla Casa Bianca, ma era scontato. Operazione di marketing da antologia uscire la settimana dell’Inauguration day del presidente. Cosa puoi dire a uno che a San Siro lo scorso giugno ti ha ammazzato con “Racing in the street” da lacrime? Il nuovo Dylan? Il futuro del rock ‘n’ roll? Nessuno come lui. E Street Band la miglior band del mondo. Ma che canzone è “Surprise, surprise”? A sessant’anni ancora sul palco… Mick Jagger chi è: il suo personal trainer? A chi sbaglia a tradurre i testi di “The rising”, non cogliendo che “baby” è il suo intercalare (vedere la traduzione all’interno della versione italiana del cd in questione e ridere perché il tizio in questione è un “professorone” di grido, e io che scrivo sono un umile “tramp”). E il concerto di Zurigo l’11 aprile del 1981 all’Hallenstadion? E quello di Milano il 21 giugno del 1985 a San Siro, il suo primo show in Italia? “Tunnel of love”, “Human touch” o “Lucky town”? Il fantasma di Tom Joad perso nelle pianure del Nebraska. Il fuorilegge Pete e i cowboy di Sinaloa. “The promise land” piena di contraddizioni e la cruda realtà. “Jungleland” dal vivo la prima volta. Perché la notte appartiene agli amanti e il fiume è pronto a raccogliere i nostri peccati. Acustico o elettrico? “Dancing in the dark” o “Point blank”? A quando in Arena a Verona con la E Street Band?   


recensione dell'ultima opera di Bruce Springsteen fatta da Luka


 

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