lunedì 12 marzo 2007

Non mi hanno mai interessato le cose materiali, se non quelle basilari. Quelle che nella nostra società sono considerate tali.


Cose che mi fanno stare meglio. Mi spiego: un tetto sulla testa, un pasto su cui contare, qualche risparmio per le emergenze. Una utilitaria con il motore che risponde al primo giro di chiave.


Lo shopping non è un hobby per me. Non è motivo di soddisfazione, non riempie lacune.


Apprezzo un buon libro, un vaso di fiori, buona musica. Il cinema o un concerto. Se mi serve una cosa e posso acquistarla lo faccio. Non mi interessa il cellulare all’ultimo grido, l’orologio di marca, la scarpa giusta. Non sono una tipa che veste griffato ma se voglio togliermi un piccolo sfizio posso farlo. Ogni due anni se capita un viaggetto all’estero ci sta. Per me l’importante non è esibire, mostrare o apparire. Per me importante è essere.


E sempre meno sono. Non posso essere me stessa.


Me stessa viene rifiutata, viene emarginata, viene schifata.


Vorrei sentirmi libera di vivere bene giorno dopo giorno in serenità. Poter arrivare stanca la sera dopo una giornata di lavoro, stanca ma almeno soddisfatta. Ma così non è.


Forse se fossi da sola mi sarei già decisa e avrei fatto il salto. La paura di deludere è grande e mi frena. Ma chi mi vuole bene dovrebbe volere il mio bene in fondo, no?


Non solo il bene fisico ma anche quello mentale. E’ un tutt’uno. Non sono due cose separate, l’uno è complementare e inseparabile dall’altro. Sempre di più quando le riserve sono finite. Quando si comincia a grattare il fondo e le unghie fanno male.


Colleghi? Superiori? In quasi 21 anni si sono dimostrati gretti, ipocriti, parziali, falsi e cattivi. Sembrano parole pesanti ma non è così. Ci ho riflettuto sopra e se la battuta viene facile: “si raccoglie quello che si semina” per me è stata una sequela di carestie. Apprezzata da esterni all’azienda, schiacciata da persone interne all’azienda.


I primi anni sono stati i più gratificanti, una dirigenza diversa, persone di una volta, tutte d’un pezzo quando dare la parola era firmare un contratto.


Veniva riconosciuto quanto fatto, ci stavano i cazziatoni come i complimenti. C’era il rispetto del padrone e del dipendente.


Il mio destino è fatto di incontri che però hanno avuto una fine. Gente che mi ha conosciuto e riconosciuto per quella che sono e che si è o licenziata o cambiato sede o andata (beata lei) in pensione.


Lo so, vivere è anche stare in equilibrio tra persone stronze. Ma, e ribadisco ma, se vincere è essere bravi a spalare più melma addosso, inventarsi cose, fare del male… beh è una gara nella quale perdo già alla partenza.


Ho pagato e pago la mia coerenza, la lealtà e l’essere onesti a ogni costo. La dignità non è un optional e l’umiltà è merce rara.


So da tempo che non vi è meritocrazia dove lavoro e la parità tra dipendente uomo e donna è una bella utopia, resta e resterà tale qui dove lavoro io e nella maggioranza dei luoghi di lavoro.


Il tempo passa e il mio cambiare atteggiamento di fronte ai problemi non ha sortito alcun effetto.


A questo punto sono io che devo cambiare, dare un taglio netto e devo raccogliere le forze che non sento per farlo, andare avanti controvento. Cresciuta con il senso del dovere e delle responsabilità prima ancora di imparare a giocare vorrei capire e sapere quando ho smesso di essere bambina perché se magari riuscissi a fermare quel momento, isolarlo dalla mia infanzia che non ricordo forse, e ribadisco, forse riuscirei a dire basta e ad esigere rispetto.

30 commenti:

  1. Mia cara Clio, spero che tu sappia quanto mi riconosco nelle tue parole :-) io butto all'aria 25 anni della mia vita, finiti in tragedia negli ultimi 5 anni, quando il figlio del mio capo è arrivato, con la sua prosopopea, a distruggere e non a costruire.... spalando melma, per mostrare i muscoli, ma senza far altro che scavare tombe....
    Ho visto clienti ringraziarmi per "essere stata lo studio" e andarsene non sopportando non solo lui, ma i suoi atteggiamenti nei miei confronti.... ho visto fornitori infastiditi dal suo essere pedante e leccaculo per scalzarmi, loro che mi hanno sempre apprezzato, ho visto la mia amata segreteria andare a pezzi pur di non darmi ragione su un metodo di lavoro a prova di errore, solo perché "era mio"......
    Ma le persone che mi stanno vicino, quelle che non devo disgustare, sono "io" e i miei cari, quelli che credono in me non come una kamikaze ma come una persona da proteggere.... chi se ne frega, del lavoro :-) preferisco essere felice friggendo patatine fritte al Mc Donald che infelice con un buono stipendio che non vale quello che mi fa sudare in rabbia e rinunce di serenità....
    e io credo, sono sicura, che tuo marito preferisce una moglie allegra che un muso lungo di una donna che ha un ruolo in una grande azienda.....
    Mi sono resa conto che oggi le aziende serie cercano "donne", non ragazzine poco pagate ma senza affidabilità..... pensaci! Le persone che ti hanno stimata se ne sono andate perché sapevano che quel posto era mondezza..... cosa ti trattiene, in fondo? Io torno a casa e sono da sola, non ho un marito o un uomo che mi appoggia, mi ama, mi comprende, e mi vuole.... :-) io mi devo consigliare, sgridare, amare, sfamare, convincere, proteggere..... è più duro questo, che accorgersi che la solitudine ce l'hai in un posto di lavoro e non nel cuore :-)

    Ti abbraccio forte cara, per darti tutta la mia forza :-) come la fiamma di una candela accende uno stoppino senza spegnersi, così io vorrei accendere in te l'orgoglio della persona meravigliosa che sei :-) !!! Tvb :-) Will

    RispondiElimina
  2. Will...... sono commossa....
    anch'io ti voglio bene.
    :)

    RispondiElimina
  3. Ciao Clio,leggendo il tuo post è la prima volta che ti ho sentito così vicina nell'animo,vorrei dirti tante cose,cavolo se vorrei,però non voglio fare come tre o quattro post fà,dire ,non sapendo in realtà quali sono le tue esigenze pratiche di vita(es.magari paghi un mutuo ecc....),l'unica cosa che ti voglio dire,il lavoro non è la tua vita,la tua vita è fuori dal lavoro concentrati su quella fisicamente e mentalmente,considera il lavoro come un luogo di passaggio,sforzati,prenditi in giro ma fallo sennò scoppi,pensa a rael con scoppola e lupara,pensa a holly,trova i tuoi pensieri felici.
    ho cancellato tutto il resto del commento,ti dico solo siamo solo di passaggio in questa vita.ti abbraccio sammy

    RispondiElimina
  4. stai dando troppa importanza ad una cosa che forse non la merita,non ti meritano,ciao s.s.

    RispondiElimina
  5. Uè, se mi sto allargando ditemelo che la pianto...ma vorrei continuare ad intervenire perchè sono situazioni che ho conosciuto fritte e arrosto, e vorrei dare una mano più che altro comunicandovi la mia analisi (azz come le sparo stasera). Se volete poi vi "spedisco" nel blog della buona F.lastrega, dove tempo fa ero intervenuto per lo stesso motivo; ma intanto vi dico: perchè vi amareggiate così? Sono le persone che hanno un cervello, come voi, che devono tenersi in forma, tirare calci nel k a chi fa loro del male - anzi prima, per prevenire; se voi soccombete addio. Ci si incazza, ok, ma dovete guastarvi SERIAMENTE l'animo per degli idioti? Forza, ridete loro in faccia, vedrete che così piano piano li fate fuori; una donna tosta che ti fissa negli occhi dicendoti senza parlare "che roba brutta che sei, mi faresti schifo anche regalato" è ciò che manda fuori un maschietto imbecille. Senza violenza, senza armi e con il divertimento e la simpatica, ma terribile bastardaggine che solo le donne sanno mettere in moto quando vogliono. Lasciatevi servire da uno che rispetta le donne, e vuole bene a sua moglie dopo tantissimi anni e non fa MAI il pirla con il genere femminile, con il quale infatti intrattiene sempre rapporti leali e cordiali, può litigare ma non offende. E infatti non viene mai offeso. Ridete in faccia ad un cretino, lo fate fuori in poco tempo. Arrigo

    RispondiElimina
  6. Il mip pensiero si rispecchia in quello di Willa, ma questo già lo sai.
    Abbraccio.

    RispondiElimina
  7. Arrigo grazie.
    Sei sulla stessa lunghezza d'onda di mio marito.

    RispondiElimina
  8. Grazie Samy. Hai ragione.

    RispondiElimina
  9. Lu grazie. E' proprio così.
    Siamo sulla stessa lunghezza d'onda...

    RispondiElimina
  10. Arrigo, grazie! ;)

    Rael

    RispondiElimina
  11. "che roba brutta che sei, mi faresti schifo anche regalato".....

    Ho avuto il flash se tu lo dicessi ad Ascella..... immagine immobile, mascella cascante, forfora che inizia a volteggiare come neve al suo rallentato e incredulo scuotere il capo, voce amareggiata..... "ma..... ma..... ma come????!!!!".... poi, dopo il balbettio, un raggio di sole illumina i suoi occhi opachi e spenti, il sorriso scopre i denti giallastri, un sospiro rasserenato uccide la mosca che tapina era stata attirata dal nuvolone forforoso, e il povero trova la risposta: "oh si, scusa, è vero mia piccola e dolce Clio..... non sei laureata, e quindi sei assolutamente scusata di tutto!!"
    Poi, sculettando (stringe le chiappe nel dubbio che tu, magari avendo mira, gli tiri dietro qualcosa) si allontana da te, cercando tra i suoi simili.... che non trova, e quindi si sente "unico nel suo genere".....

    ...... ok, vado a mangiare !!! ;)
    Un bacio, Will

    (spiegherò poi cosa è successo ieri da me:D)

    RispondiElimina
  12. Prego Rael, ma chi sei ? Forse sto esagerando, devo frenare la mia grafomania. Arrigo

    RispondiElimina
  13. Ascella non "connette", nel senso che non riesce a mettere insieme una frase di senso compiuto che sia una. Non è da paragonare a nessuno. E' così: uno scherzo della natura senza emozioni o qualcosa che ci vada vicino. Uno che va da concessionario a lamentarsi perché l'abitacolo della sua auto puzza, secondo voi che agglomerato di cellule può essere? ;)
    Per Arrigo: leggi la risposta di Clio al tuo commento. C'è scritto chi sono.
    Un saluto e un buon bicchiere di Amarone a tutti! ;)

    Rael

    RispondiElimina
  14. Arrigo la tua grafomania è ben accetta. :)

    RispondiElimina
  15. Per favore, scusate il rin******nimento. Rael è Clio ? Rael è il marito di Clio ? Qualcuno ha pagato una mazzetta all'Università degli Studi di Cagliari per farmi conseguire la Laurea, visto che ragiono peggio del bicchiere di Sangiovese che ho davanti? A questo punto mi pare proprio che sì.......Vabbè, evidentemente me lo merito.

    RispondiElimina
  16. P.s. sono Arrigo, e pure un po' sbronzo, festeggio la fine dell'astinenza motociclistica.

    RispondiElimina
  17. Che dire...
    stai suuuuuuuuuu!

    Mandali tutti a farsi fottere e cambia panorama.

    RispondiElimina
  18. Arrigo avvisa che sei tornato sulla strada... aiut! :)

    RispondiElimina
  19. Arrigo,

    bevi del buon Amarore! Rigenera alla grande!

    Rael

    RispondiElimina
  20. Rael, un tuo commento da me è una grande gioia :-)

    Clio, è ora di cambiare questo post !!! :-)))))))))))))

    bacio ricambiatissimo !!!!! Willa

    (non so cosa farò.... pensare di restare è come avere finalmente la chiave della prigione e buttarla via.... andarmene, è avere la responsabilità di uccidere a sangue freddo per il proprio "egoismo".... non lo so. Non voglio pensare. Per ora, aspettiamo che il tempo passi :-))

    RispondiElimina
  21. Conosco persone che non fanno altro che ripetere che la maturità consiste nel saper sopportare le frustrazioni.
    Questo è il classico discorso-pacca-sulla-spalla puramente teorico di chi crede di saperla lunga.
    La verità è che se non si ha fortuna si finisce ad aver a che fare (nel lavoro, in famiglia, dovunque) con persone egoiste che non hanno nessun interesse al benessere degli altri.
    Un clima di questo tipo alla lunga ha conseguenze nefaste, inutile girarci intorno o tirare fuori discorsi come quelli di cui sopra.
    Chi non rispetta le proprie risorse umane è uno stupido che crea danno alla propria azienda, oltre che un pessimo essere umano.

    Pensare a sé stessi quando è giusto farlo non è facile per chi non è stato abituato a farlo... ma prima o poi secondo me ce la farai.
    Bacio

    RispondiElimina
  22. Rael, a me il "12+1" porta fortuna, quindi fidati!!!!!
    Grazie per la segnalazione musicale, cercherò al più presto il cd !!!

    Un bacio

    RispondiElimina
  23. Mmmm...

    Mi sa che una raganella sola non basta qui...

    RispondiElimina
  24. Mauro: e se mettiamo su un allevamento? Ci stanno in vasca da bagno? :)

    RispondiElimina
  25. bé, mi sono sentita così anche io.
    poi un giorno mi sono rotta le palle e ho cercto un altro lavoro. non è stato facilissimo, ho dovuto lasciare un'azienda dove ero capo di dieci persone e dove avevo un contratto a tempo indeterminato.
    adesso ho un contratto di cinque anni, ma sto 100.000.000.000 volte meglio. non mi arrabbio mai. eppure non è che qui sia un giardino d'infanzia, anzi.
    per anni la paura di cambiare, di finire dalla padella alla brace, mi ha tenuta incollata a un ambiente opprimente. poi ho fatto il salto, con tutte le ansie, le afte e cazzi e mazzi che conseguono quando si fa un passaggio così, con il rischio di ritrovarsi a rimpiangere il lavoro che ti stava tanto stretto.
    però, adesso che l'ho fatto, la paura è passata. e se qui non dovessi stare più bene, cambierei un'altra volta. senza paura.
    non c'è limite al peggio, ma neanche al meglio ;)
    provaci!

    RispondiElimina
  26. ah, e mi sono dimenticata di dire che sono pure l'ultima ruota del carro :)

    estrellita

    RispondiElimina