venerdì 23 marzo 2007


La tesi del nuovo Libro di Fiamma Nirenstein è semplice: Israele è un modello positivo di convivenza civile, proprio perché è fondato su un'ideologia - il sionismo - che propone un modo di vita insieme laico e carico di valori, attento ai bisogni della collettività e alla libertà degli individui, fondato sulla pace e sul progresso, alieno per sua natura dalla violenza. Quante volte, invece, abbiamo sentito la stampa internazionale, i partiti di sinistra europei, le organizzazioni non governative, ministri e diplomatici di grandi nazioni, l'Onu stessa paragonare il sionismo all'imperialismo o addirittura al razzismo, e accusare Israele di colonialismo e crimini di guerra? Uno pseudopacifismo a senso unico che, per malafede o per incoscienza, non abdica al pregiudizio - storicamente infondato - secondo cui Israele occupa territori che non gli spettano. Quel che è nuovo, oggi, è che Israele e tutti i suoi abitanti, sia ebrei sia arabi, sono direttamente minacciati di estinzione da parte del terrorismo suicida e di coloro che - come Hezbollah in Libano, Hamas in Palestina e l'Iran di Ahmadinejad, imminente potenza nucleare - negano che l'Olocausto sia un dato della storia, che Israele sia uno Stato legittimo e sovrano, e anzi affermano apertamente di voler cancellare il "nemico sionista" dalle carte geografiche. Ma Israele siamo noi, perché la minaccia che lo sovrasta incombe su tutta la nostra civiltà occidentale, attaccata dall'estremismo islamico.




Il titolo di questo libro mi ha fatto tornare alla mente il post che scrissi il giorno dopo gli attentati alla metropolitana di Londra il 7 luglio 2005.


Siamo tutti israeliani.
No, non siamo tutti londinesi, non siamo tutti madrileni, non siamo tutti newyorkesi.
Siamo tutti israeliani.
Perchè siamo attaccati come loro, perchè siamo disprezzati come loro, perchè siamo considerati infedeli come loro. Perchè ora viaggiando, andando al lavoro, non siamo più al sicuro, e loro gli israeliani non sono più così lontani ma sono vicini, perchè respiriamo la loro stessa coraggiosa voglia di alzarsi al mattino, di andare in un ristorante, di prendere un treno, di salire su un autobus come ogni maledetto normale giorno. Ma è questo che loro vogliono, toglierci la normalità, la libertà. Loro non vogliono l'uguaglianza. Non vogliono la vita. Non vogliono la libertà di esprimere religione, sesso. Non vogliono. Hanno paura e capiscono solo una lingua. La violenza, la distruzione la morte. 


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9 commenti:

  1. L'ho visto oggi in libreria, e ti dirò che ci avevo fatto su un bel pensierino.... ma poi lo so che mi viene il nervoso, perché per me è così.... ovvio!
    E quindi ho optato per Natsume Soseki, "Io sono un gatto", in attesa del suo magnifico "Il cuore delle cosa" che arriva martedì :-)
    Lo so, non è la stessa cosa.... ma indaga sull'animo umano e la follia che gestisce questo secolo, così alla svelta che non riusciamo a starle dietro.....
    :-)
    Mi ha fatto piacere che ti sei sciolta, si Gatti & Gatti! ;)

    Un bacione, Willa (ancora fin troppo dolorante)

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  2. Per il post sotto:

    L'amore ha dalla sua tre parole, da noi desuete.
    - l'accorgersi (che meraviglia, questa parola.... l'accorgersi...)
    - la comprensione..... ma se non ti accorgi, non puoi comprendere
    - l'abbandono......

    Quanto tempo è che non vi "abbandonate", veramente? Proprio nel vero senso del termine...... :-)

    ecco, questo per me è l'amore :-)
    Un bacio, W

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  3. Willa
    anch'io ho comprato "io sono un gatto" :P

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  4. :)))))))))))))))))))))) !!!!!!!!

    C'è qualcosa nell'aria, di nuovo,
    anzi, d'antico!

    Si chiama amicizia ;)))))))))

    Bacio, Will

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  5. Oggi, vista l'invalidità, mi sono messa a leggere un nuovo libro, che non devi assolutamente perdere.... :-)
    Abraham B. Yehoshua, Il responsabile delle Risorse Umane.

    Davvero, davvero incredibile! Meraviglioso.... una scoperta!

    Un abbraccio, domani ancora foto, e se riesco a scrivere anche un bel resoconto delle ultime novità! Willa

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  6. Tu dici? eppure riesco a fare un decimo delle cose che ho in mente.... e oggi il mio braccio non supera i tre gradi di temperatura, pensa te! :(

    E domani la collega non c'è, e tutti pensano alla loro scrivania, e l'unica cosa che penso è: se tiro finché è troppo tardi, poi devo stare a casa per forza, e ciao !!! :)

    Ma non è un bel periodo per avere questi desideri, ma questo dolore dovrà pur aprire le coscienze di qualcuno.... se mi curo, penseranno che sono d'acciaio e chi se ne frega..... che incubo che sto vivendo Clio, che brutto incubo.....
    :) un abbraccio! Will

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