venerdì 11 agosto 2006

La lezione di Londra e del Libano è che, da un lato, questo terrorismo è di natura aggressiva e non reattiva e, dall’altro, che ha una comune radice dell’odio presente anche in Italia. Continuano purtroppo a sbagliare coloro che immaginano che questo terrorismo sia una reazione all’occupazione israeliana e all’imperialismo americano. Che, pertanto, qualora nascesse uno Stato palestinese, anche se sottomesso al potere teocratico di Hamas, o qualora ci si ritirasse dall’Iraq e dall’Afghanistan, anche se dovessero essere conquistati dai tagliagola di Al Qaeda, allora l’Occidente sarebbe maggiormente al riparo dalla minaccia del terrorismo. Queste anime ingenue hanno eretto una cappa di mistificazione della realtà che, tra i suoi effetti più deleteri, ha sortito delle sentenze emesse dai tribunali italiani che legittimano e nobilitano i reclutatori nostrani di kamikaze quali «resistenti» e gli assassini dei soldati della forza multinazionale in Afghanistan, italiani compresi, quali «martiri».

La realtà è che anche in Italia è radicata la «fabbrica del terrore» che haprodotto i kamikaze di Londra. Alimentata da una rete di moschee dove si predica la distruzione di Israele e si legittima il terrorismo palestinese, iracheno e afghano, gestite dall’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, affiliata ai Fratelli Musulmani), dall’organizzazione radicale marocchina «Giustizia e carità», dal movimento dei Tabligh (Predicazione) influente tra i pachistani. Eppure continuiamo a far finta di niente. Ci preoccupiamo di scongiurare l’attentato, che è la punta dell’iceberg, ma non ci vogliamo occupare dell’iceberg, che è la «fabbrica del terrore». Questo è il più grave errore in cui sono incorsi i nostri servizi segreti e gli apparati di sicurezza. Che, oltretutto, sono in seria difficoltà, con una credibilità internazionale messa indubbio dainchieste e incertezze politiche. Possiamo soltanto incrociare le dita, augurandoci che quanto è successo a Londra non accada mai in Italia.



di Magdi Allam - Corriere della Sera - 11 agosto 2006

Il testo integrale dell'articolo lo trovate qui :

5 commenti:

  1. Mi piace molto Magdi Allam, e sono completamente d'accordo sul fatto che questo sia un terrorismo di natura offensiva che ci sarebbe comunque, anche se sulla faccia della terra non esistesse l'ebraismo.
    Esisterebbe comunque perché questi assassini attaccano il sistema di vita occidentale, sul quale proiettano il conflitto interno che c'è nel mondo islamico.
    Questo però non giustifica certe politiche scellerate come la guerra in Iraq, che peggiorano la situazione invece di migliorarla, e che, cosa ancora più grave, spostano il problema.

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  2. In Iraq gli attentatori sono arabi che uccidono arabi. Bombe al mercato dove vanno i civili... bombe al campetto dove giocano i bimbi...
    uccisione di qualsiasi iracheno che collabora, lavora o aiuta un occidentale.
    Non so se vuol dire qualcosa... a me si.

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  3. Infatti penso che la guerra non andasse iniziata. Almeno al potere c'era un assassino laico. Ora c'è il terrorismo, come previsto.
    Non posso giustificare una guerra che mi è stata venduta come guerra al terrorismo e che invece era tutt'altro: era smania di potere, di soldi, inciucio collettivo fra grandi lobby e potere politico.
    Il fatto che chi fa le stragi sia arabo non giustifica l'occidente per aver iniziato una guerra così.

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  4. Volevo solo far notare che trattasi di terrorismo che uccide senza guardare chi ha davanti.
    Come noi abbiamo avuto i nostri anni di piombo negli anni '70, e ancora combattiamo il terrorismo. Non mi sembra facciano altrettanto questi paesi. Anzi. Sovvenzionano tutti queste uccisioni.

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  5. E' subire un atto di terrorismo anche non poter uscire da sola, manco per prendere l'autobus.

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