Omnia Munda Mundis: tutto è pulito per le persone pulite. E' incredibile come l'uomo non riesca a capire che uccidendo le bellezze della natura muore anche l'animo umano.
lunedì 2 maggio 2011
Ciao, amico mio, prima che tu ci attacchi e ci accusi di essere
malvagi e senza pietà. Prima che tu mandi e-mail dicendo che noi
(Israeliani) siamo il problema del mondo. Prima che tu decida che noi
(Israeliani) siamo i cattivi, e tutti gli altri sono solo “poveri e
deboli”. Vorrei sapere se davvero tu conosci la realtà dei fatti che
ora ti descrivo. Quando tu sei nato sei uscito dall’ospedale con fiori
e regali. In Israele i neonati escono dall’ospedale con una maschera
antigas (per paura del nemico) nella borsa. Quando tu vai all’asilo
impari come dipingere e cantare. I bambini all’asilo in Israele devono
imparare cosa si fa quando si sente la sirena, e dove si trova un
rifugio per nascondersi quando cadono le bombe. Quando tu festeggi le
tue feste, ricorda che in Israele si festeggia il fatto che nessuno
fino ad oggi è riuscito a cancellare il nostro popolo dalla faccia
della terra. Quando tu ricordi il giorno in cui è morto un amico o un
parente, noi in Israele ricordiamo i 6 milioni di ebrei che furono
bruciati e trucidati e massacrati e lasciati morire solo perchè erano
Ebrei. Quando tu all’età di 18 anni continui a studiare, sappi che noi
all’età di 18 anni dobbiamo fare il servizio militare (che dura 3 anni)
senza sapere se vivremo fino all’età di 20 anni. Quando tu pianifichi
di goderti una bella vacanza all’estero e cerchi i posti più lussuosi,
sappi che noi dobbiamo controllare dove si potrebbe andare in vacanza
senza essere in pericolo. Quando tu, nel tuo paese, costruisci una casa
e fai dei progetti per un certo numero di stanze, noi, prima di tutto,
dobbiamo progettare una stanza che possa servire da rifugio contro le
bombe. Quando tu vai a divertirti in un locale, in un ristorante, in un
bar, chi ti aspetta è una “hostess”, carina, all’entrata, noi invece
abbiamo dei soldati armati ad aspettarci, perché c’è sempre il
pericolo di un attentato. Quando tu entri in un autobus che ti porta al
lavoro, non devi guardarti attorno. Noi guardiamo continuamente gli
altri con sospetto - pericolo terrorismo. Nell’ultima guerra alla quale
ha partecipato il tuo paese, forse c’era tuo nonno (che oggi ha 87
anni), mentre io, oggi ho 37 anni, ed ho già partecipato a QUATTRO
guerre. QUESTA É LA REALTÁ CHE NOI STIAMO VIVENDO OGNI GIORNO. Abbiamo
sempre sperato e aspettato la PACE . Ma oggi, esistono ancora
presidenti di tanti paesi che dichiarano ad alta voce che si deve
DISTRUGGERE Israele. E sembra che dobbiamo ancora aspettare chi sa fino
a quando prima che il mondo capisca cosa significa questo nostro modo
di vivere! Perciò, tu, che stai vivendo nel tuo paese e ogni tanto
ascolti le notizie su Israele, sul Medio Oriente, ti prego - fammi il
favore - non credere di sapere davvero tutto e di poter giudicare
facilmente e sapere subito chi ha ragione... Ma se proprio vuoi capire
un po’ di più - sei invitato a venire in Israele e vivere qui per un
po’ di tempo, e poi, eventualmente, ne potrai parlare.
Shalom, un
cittadino Israeliano
http://deborahfait.ilcannocchiale.it/
martedì 26 aprile 2011
5×1000 al Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso
Cari amici, siamo alla resa dei conti anzi alla denuncia dei redditi, e per questo vi posso indicare cosa mettere nella casella del 5 per mille per il sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) come siamo noi. Per noi è un’occasione per poter avere ancora una volta il vostro aiuto. Se pensi che ciò che facciamo sia nobile e giusto, ma più che altro se credi in noi e in ciò che facciamo nell’interesse degli animali che soccorriamo e che aiutiamo, oltre al servizio che realizziamo (non a parole ma a fatti giorno e notte e tutti i giorni dell’anno), AIUTACI!! Il tuo contributo può sembrare piccolo ma per noi è vitale per poter continuare la nostra opera e garantire sempre l’aiuto ai nostri piccoli e grandi amici senza che nulla venga sprecato.
Con preghiera di divulgarlo quanto più possibile, ricorda di indicare nella tua dichiarazione dei redditi di devolvere il 5per mille al Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso
Basta indicare nella scheda del CUD per la scelta della destinazione del 5 per mille dell’IRPEF
il seguente CODICE FISCALE: 94120020360 nella casella per il sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, e firmare la preferenza sopra al codice fiscale ed in basso al foglio.
Se credi in noi, aiutaci a diffonderlo.
http://www.centrofaunaselvatica.it/
giovedì 14 aprile 2011
Non mi hanno mai interessato le cose materiali, se non quelle basilari. Quelle che nella nostra società sono considerate tali.
Cose che mi fanno stare meglio. Mi spiego: un tetto sulla testa, un pasto su cui contare, qualche risparmio per le emergenze. Una utilitaria con il motore che risponde al primo giro di chiave.
Lo shopping non è un hobby per me. Non è motivo di soddisfazione, non riempie lacune.
Apprezzo un buon libro, un vaso di fiori, buona musica. Il cinema o un concerto. Se mi serve una cosa e posso acquistarla lo faccio. Non mi interessa il cellulare all’ultimo grido, l’orologio di marca, la scarpa giusta. Non sono una tipa che veste griffato ma se voglio togliermi un piccolo sfizio posso farlo. Ogni due anni se capita un viaggetto all’estero ci sta. Per me l’importante non è esibire, mostrare o apparire. Per me importante è essere.
E sempre meno sono. Non posso essere me stessa.
Me stessa viene rifiutata, viene emarginata, viene schifata.
Vorrei sentirmi libera di vivere bene giorno dopo giorno in serenità. Poter arrivare stanca la sera dopo una giornata di lavoro, stanca ma almeno soddisfatta. Ma così non è.
Forse se fossi da sola mi sarei già decisa e avrei fatto il salto. La paura di deludere è grande e mi frena. Ma chi mi vuole bene dovrebbe volere il mio bene in fondo, no?
Non solo il bene fisico ma anche quello mentale. E’ un tutt’uno. Non sono due cose separate, l’uno è complementare e inseparabile dall’altro. Sempre di più quando le riserve sono finite. Quando si comincia a grattare il fondo e le unghie fanno male.
Colleghi? Superiori? In quasi 21 anni si sono dimostrati gretti, ipocriti, parziali, falsi e cattivi. Sembrano parole pesanti ma non è così. Ci ho riflettuto sopra e se la battuta viene facile: “si raccoglie quello che si semina” per me è stata una sequela di carestie. Apprezzata da esterni all’azienda, schiacciata da persone interne all’azienda.
I primi anni sono stati i più gratificanti, una dirigenza diversa, persone di una volta, tutte d’un pezzo quando dare la parola era firmare un contratto.
Veniva riconosciuto quanto fatto, ci stavano i cazziatoni come i complimenti. C’era il rispetto del padrone e del dipendente.
Il mio destino è fatto di incontri che però hanno avuto una fine. Gente che mi ha conosciuto e riconosciuto per quella che sono e che si è o licenziata o cambiato sede o andata (beata lei) in pensione.
Lo so, vivere è anche stare in equilibrio tra persone stronze. Ma, e ribadisco ma, se vincere è essere bravi a spalare più melma addosso, inventarsi cose, fare del male… beh è una gara nella quale perdo già alla partenza. Una gara a cui non voglio partecipare.
Ho pagato e pago la mia coerenza, la lealtà e l’essere onesti a ogni costo. La dignità non è un optional e l’umiltà è merce rara.
So da tempo che non vi è meritocrazia dove lavoro e la parità tra dipendente uomo e donna è una bella utopia, resta e resterà tale qui dove lavoro io e nella maggioranza dei luoghi di lavoro.
Il tempo passa e il mio cambiare atteggiamento di fronte ai problemi non ha sortito alcun effetto.
A questo punto sono io che devo cambiare, dare un taglio netto e devo raccogliere le forze che non sento per farlo, andare avanti controvento. Cresciuta con il senso del dovere e delle responsabilità prima ancora di imparare a giocare vorrei capire e sapere quando ho smesso di essere bambina perché, se magari riuscissi a fermare quel momento, isolarlo dalla mia infanzia che non ricordo forse, e ribadisco, forse riuscirei a dire basta e ad esigere rispetto.
Questo è un post che scrissi 4 anni fa. Corsi e ricorsi, non è cambiato nulla ma è cambiato molto. L’essere è divenire no?
venerdì 8 aprile 2011
Oggi ho visto il primo papavero della stagione, anzi due, erano vicini vicini. Belli e rossi splendevano accarezzati dai reaggi del sole. In una strada trafficata loro erano lì che si godevano il sole e la brezza della mattina. Siamo circondati da meraviglie silenziose piccole e grandi basta guardare non solo vedere.
mercoledì 6 aprile 2011
La ragazza, colpita a mani e piedi, non potrà più salire sul ring
A poche ore dall'incontro che le avrebbe permesso di conquistare il terzo titolo mondiale di pugilato, suo padre le ha cancellato per sempre il suo sogno. Rola El-Halabi, libanese 26enne, non potrà più combattere. L'uomo è entrato nello spogliatoio di Berlino e le ha sparato alla mano, al ginocchio e a un piede, accecato dall'ossessione di controllare la figlia adottiva che stava fuggendo alle regole ferree del mondo musulmano in cui è cresciuta.
Alla base della tragedia vi sarebbe una storia d'amore tra la giovane e un uomo mai accettato dalla famiglia e in particolare dal padre. "Papà è entrato con la pistola - ha raccontato Rola al quotidiano Bild -. Immediatamente mi ha sparato alla mano destra da tre metri di distanza. Ho iniziato a urlare ma lui continuava a sparare".
L'uomo, che ha anche colpito due guardie di sicurezza, è stato arrestato. I feriti sono stati portati in un ospedale locale, dove sono stati sottoposti a intervento chirurgico. Secondo la polizia le loro ferite non sono tali da metterne in pericolo la vita.
Per la ragazza, comunque, la sentenza dei medici non lascia spazio a speranze. La ferita alla mano le impedirà di tornare sul ring. Rola El-Halabi ha vinto i titoli mondiali WIBF e WIBA nel 2009 e ha una record di 11-0 in carriera, con sei ko. La tragedia è avvenuta pochi minuti prima dell'incontro con la bosniaca Irma Balijagic Adler, per il titolo IBF peso piuma. Notizia tratta da www.tgcom.it
E poi dovremmo festeggiare l’8 marzo?