30 settembre
KEY WEST
Dear M,
Ieri, da Louie’s, Brent è uscito in veranda a dirmi che mi volevano al telefono. Mentre entravo il cuore mi batteva forte, ma mi h risposto solo il gracchiare delle interurbane, poi la linea è caduta.
Dio, che sensazione! Continuavo a ripetermi che sono troppo paranoica. Se fosse stato lui avrebbe detto qualcosa, avrebbe goduto della mia paura. E’ impossibile che sappia dove mi trovo, impossibile che sia riuscito a rintracciarmi fin qui. Uno dei camerieri si chiama Stu. Qualche tempo fa ha rotto con un amico, su nel nord, e si è trasferito qui. Può darsi che fosse lui a chiamare, e che la linea fosse disturbata. Forse è sembrato che chiedesse di “Straw” (paglia), anziché di “Stu”, così quando ho risposto io ha messo giù.
Vorrei non avesse detto a nessuno il mio soprannome. Io sono Beryl. Sono Paglia. Ho paura.
Il libro non è finito. Ma sono quasi al verde e i tempo è cambiato. Stamattina c’è scuro e tira un forte vento. Sono rimasta in camera perché se avessi cercato di lavorare da Louie’s le pagine sarebbero volate in mare. I lampioni si sono accesi. Le palme lottano contro il vento, le fronde simili a ombrelli rovesciati. Fuori dalla mia finestra il mondo geme, come ferito, e il rumore della pioggia sui vetri fa pensare a un oscuro esercito marciato su Key West per metterla in stato d’assedio.
Presto me ne andrò. Mi mancherà quest’isola. Mi mancheranno PJ e Walt. Mi hanno fatto sentire accudita e protetta. Non so cosa combinerò quando tornerò a Richmond. Forse dovrei andarmene subito, ma non so dove.
Beryl
Da “Oggetti di reato” di Patricia D. Cornwell
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