Il triste primato spetta alla Cina, dove vi sarebbero state circa 1.770 esecuzioni. Ma il numero effettivo potrebbe essere molto più alto: secondo un esperto legale cinese, sarebbero circa 8.000 i prigionieri messi a morte nel Paese ogni anno. Nel corso del 2005 in Iran sono stati giustiziati almeno 94 prigionieri, in Arabia Saudita almeno 86.
Molti governi, come quello cinese, rifiutano di pubblicare statistiche ufficiali sulle esecuzioni; in Paesi come il Vietnam le informazioni su questo argomento sono considerate "segreto di Stato".
In Cina, Paese che da solo totalizza l' 80% delle esecuzioni, si può essere messi a morte per 68 reati, anche per atti che non comportano l' uso della violenza, come la frode fiscale, l' appropriazione indebita e i crimini legati al traffico di droga. Secondo i dati di Amnesty International, l' Iran è l' unico Paese che nel 2005 ha messo a morte minorenni all' epoca del reato, almeno otto, due dei quali avevano meno di 18 anni anche al momento dell' esecuzione.
Gli Usa, in precedenza leader mondiali in questo campo, hanno messo al bando le esecuzioni nei confronti dei minorenni nel marzo 2005. In molti Paesi, come l' Arabia Saudita, prigionieri sono stati prelevati dalle loro celle e uccisi, senza che nessuno li avesse informati della loro condanna a morte. In Bielorussia e in Uzbekistan, le autorità non informano i prigionieri né i loro familiari sulla data di esecuzione. In alcuni paesi, l' uso della pena capitale può essere pericolosamente legato a interessi economici.
stralci estrapolati da una news di oggi su www.ansa.it