PRO GAY, DONNE E OPPRESSI IN EUROPA, MA NON IN ARABIA
La cosa singolare è che i neocon hanno a cuore le tristi (lì davvero tristi) condizioni di gay e donne nei paesi governati da regimi islamofascisti e dalla sha'ria. In USA vi sono siti sulla difesa dei diritti gay nei paesi dittatoriali, il dibattito ferve, si fanno pressioni. Questo nonostante il convenzionalismo diffuso dai media anti neocon dica che i "conservatori" ce l'hanno col mondo intero, figurarsi con deboli e "diversi"...
La cosa strana è che proprio quei paesi e quelle culture che in patria hanno così a cuore i diritti delle donne, dei gay e degli oppressi, perché così possono andare contro i loro "nemici", invece, quando si tratta di spostarsi a sud di Pantelleria, là dove svettano non chiese ma minareti, eccoli improvvisamente e improvvidamente tacere.
Dove sono, allora, i diritti degli oppressi dalla dittatura di Saddam? Nel cesso della loro "dirittura" morale...
Dove sono i diritti della donna, allora? Nel dimenticatoio, dove tutto è tacitato e sfumato ad arte. Mentre lo stesso Khomeini diceva che nei giorni in cui le donne sono impure, è preferibile che l'uomo si rivolga alla capra, piuttosto... E quelli, mica si sforzano -chessò- di protestare o almeno di incitare oppure soltanto di parlare di tutto ciò, magari nella sala congressi con aria condizionata dove hanno agio di parlare, sotto casa. Macché. Le donne in Islam devono stare dove stanno, nell'harem, che poi, non è vero neanche quello. Perché, invece che nell'harem, quelle stanno a lavorare, visto che il maschio islamico è pagato dal dittatore di turno per non lavorare e non rompere. Perché ai lavori devono pensarci le donne, e anzi in certi mesi dell'anno la terra stessa è "impura" come le donne e allora men che mai la si può toccare.
E dove sono i diritti dei gay, nel Medio Oriente? Forse nella vituperata terra di Israele, ma non certo in quella dell'amato arafat, dove i gay vengono sventrati e scorticati. Non certo nella terra dell'amato Fidel e del suo socio d'armi Che, dove i gay furono fucilati a centinaia fin quasi alla sparizione per anni.
Eccoli quei cantori dell'uguaglianza (quella del 1789, quella della camicia nera, quella della camicia verde, quella delle Guardie rosse, quella della Stasi, e quella dei puristi del diritto, tanto ardenti contro Berlusconi quanto silenti con Prodi e De Benedetti).
Eccoli, gli sconfitti. Sono lì che tacciono ciò di cui dovrebbero dire, e parlano di ciò di cui dovrebbero tacere.
Ecco perché la falsa cultura della falsa uguaglianza e dei falsi diritti non ha mai vinto, se non con la Ruboluzione, se non col Terrore, se non con la violenza.
GRAZIE a Paolo-di-Lautreamont www.leguerrecivili.splinder.com